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    Recensione Sentimenti sottesi

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    Recensione Sentimenti sottesi

    Chi è Giovanni De Caro?

    Recensione Sentimenti sottesi
    Giovanni De Caro

    Giovanni De Caro nasce a Baronissi (SA) nel 1951. Fin da bambino dimostra interesse per la musica e la pittura. La lettura di libri, con una spiccata predilezione per i classici, fanno nascere in lui il desiderio di scrivere. Comincia con piccoli racconti, poi un romanzo, Il portone verde smeraldo”, un’autobiografia diaristica. Ora si ripropone con Sentimenti sottesi”, storia d’amori e tradimenti che si imperniano attorno a un giallo avvincente.

    Qual è la trama del libro Sentimenti sottesi?

    Un romanzo complesso e articolato, ricco di molti richiami umani, sociali e psicologici, nello scenario della luminosa e multiforme città ippocratica di Salerno. Una storia che non segue un unico filone, ma si muove in un intreccio di vicende parallele ma correlate, scavando sottilmente nello spirito di ciascun personaggio per coglierne, appunto, i sentimenti sottesi, i recessi nascosti, le velature buie. Ne nasce un mondo umano colmo di desideri riposti, attese non sempre confessabili, sensi che per lo più rimarrebbero oscuri se non fosse talvolta il caso a smascherarli.

    Di cosa parla il libro Sentimenti sottesi?

    “Sentimenti sottesi” è la storia di un uomo fuori dal comune che vive e racconta con grande passione e rammarico la sua esperienza quotidiana.

    Mario è un uomo giovane, vigoroso e appassionato di filosofia. Elena, invece, è una donna sensuale e bellissima, dal fisico da ventenne e dalla malizia tipica di chi ha vissuto molto. I due sono coniugi e rappresentano i personaggi principali della storia.

    Purtroppo, come accade spesso nei matrimoni moderni, la coppia non trova più soddisfazione e gratificazione nella propria unione. È una realtà tristemente diffusa, in cui l’utilitarismo, l’immediatezza e la superficialità regnano sovrani. Sono sempre meno le persone che coltivano l’amore, seguono l’incontro e fuggono lo scontro.

    Mario potrebbe essere considerato un uomo raro, ma spetta a voi giudicarlo. Fin da piccolo è stato un infervorato difensore della morale, sempre pronto a scagliarsi con impeto contro le ingiustizie, senza temere le conseguenze, anche a costo di un occhio nero. È un uomo riflessivo, integerrimo, di grande intelletto e di profonda osservazione, che lo spinge a studiare ed esaminare i comportamenti sospetti della moglie Elena.

    Purtroppo, oggi Mario è vittima di un’infame ingiustizia. Egli avverte che negli atteggiamenti di Elena si nascondono segreti imperdonabili e comportamenti reconditi che meritano una “condanna” esemplare. Questi sono i pensieri di Mario, che da sempre è stato fedele al matrimonio e alla moglie. Oltre ai sospetti e ai tormenti, nell’animo di Mario si insidiano anche sensazioni contrastanti.

    In cerca della verità e di una “condanna” esemplare, viaggeremo nella città di Salerno, di cui l’autore è un profondo conoscitore in ambito geografico e storico. Infatti, l’ambientazione e la descrizione sono pregevoli. Senza alcuna remora, lo scrittore ha voluto omaggiare Salerno, descrivendo abilmente le particolarità architettoniche e storiche di una città che possiede molto da mostrare. Il romanziere non si limita a raccontare la storia e l’ambiente di Salerno, ma delizia il lettore con aneddoti che esprimono l’animo di una città meridionale degli anni ’60. Attraverso il flashback del protagonista vedremo la Salerno degli anni ’60, in cui noteremo che alcuni usi e costumi non sono tanto diversi da quelli moderni, ma cambiano solo di nome.

    A sostegno di quanto appena scritto, conosceremo la “vecchia caldarrostaia”, una donna relativamente anziana, dal vissuto forte e triste, che amò un unico vero amore, purtroppo svanito come il fumo delle caldarroste che vende. Una donna con l’anima ferita, che oltre a vendere caldarroste, all’occorrenza forniva ragazze accompagnatrici, che oggi chiamiamo escort. L’unico a rivolgerle rispetto e percepire in questa donna una grande sofferenza è Mario. Tra i due nasce un’amicizia originale, che accompagna entrambi nel tempo con una sincera simpatia. Con questo aneddoto diventa palese quanto Mario non sia un uomo superficiale, ma al contrario, abbia il forte ardore di scavare nell’intimo delle persone.

    Questa indole inciterà inevitabilmente Mario verso la ricerca dell’amante della moglie. L’amante si scopre far parte della comitiva di vecchi amici. Mario, compreso ciò, inizia a studiare, scrutare la vita e l’animo degli amici, facendo emergere aspre verità taciute, inerenti anche a situazioni lontane dall’adulterio che lo riguardano, ma analogamente sconvolgenti.

    Il romanzo, attraverso le indagini e l’analisi di Mario nei confronti degli amici, assume un’accezione indagatrice della psiche dell’uomo comune, che ogni giorno ci circonda. L’autore ci mostra quanto di celato e taciuto possa vivere dentro l’animo di ognuno di noi.

    Elena, gli amici, l’amante, non sono gli unici a nascondere segreti ed emozioni; ben presto anche Mario scoprirà di provare “sentimenti sottesi”…

    La scrittura dell’autore è piuttosto raffinata e istruita; sono presenti termini e sinonimi arcaici, che danno un tocco di “classicità” al racconto. Mi è piaciuta questa accortezza di stile. Lo scrittore non ha esagerato, né appesantito la lettura. Probabilmente i profani dovranno cercare il significato di qualche parola.

    Lettura caldamente suggerita.

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    Marco Schifilliti

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