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    Recensione Le coordinate del male

    Il deficit di empatia e l'assenza di rimorso

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    Recensione Le coordinate del male

    Recensione Le coordinate del male

    Chi è Alice Mignani Vinci?

    Recensione le coordinate del male
    Alice Mignani Vinci

    La Dott.ssa Alice Mignani Vinci, Assistente sociale, Criminologa, Educatore Professionale, Esperta in Comunicazione e Scienze Forensi
    Laureata con lode in Scienze della Comunicazione presso l’università degli studi Roma Tre, prosegue con un secondo titolo in Scienze del Servizio sociale presso la facoltà di giurisprudenza della LUMSA di Roma, completando il percorso con un secondo 110 e lode, proclamato all’unanimità dalla commissione esaminatrice. Segue l’abilitazione come Assistente sociale.

    Parallelamente formazione specifica in scienze forensi e criminologiche, prima presso l’associazione A.I.P.C. di Massimo Lattanzi, poi tramite la partecipazione a numerosi corsi e seminari all’università eCampus di Roma.

    Attualmente laureanda in Programmazione e gestione dei servizi educativi presso Roma Tre, con indirizzo “Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi”, e in procinto di conseguire un Master di alta formazione presso l’Accademia di Scienze Forensi (AISF) di Roberta Bruzzone ( Master in Criminologia Investigativa, Psicologia e Psichiatria Forense applicata ai Sex Offenders).


    Iscritta all’albo degli Assistenti sociali del Lazio, N. 4418 sez. B.
    Le aree di maggiore interesse professionale e di formazione specialistica sono la pedagogia della devianza, la criminologia forense applicata all’area dei reati di matrice sessuale, il servizio sociale penitenziario e l’esecuzione penale esterna.

    Membro dell’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidio presieduto dal Dott. Stefano Callipo, dove detiene una sua area di competenza criminologica. Attualmente conduce una sua rubrica televisiva (Cronaca e Crimini) come Criminologa su Cittaceleste TV, dove analizza i recenti casi sotto un profilo socio-criminologico e mediatico. Collaboratrice con varie testate giornalistiche ove fornisce contributi di genere socio-criminologico, analizzando in particolare la cronaca nera.

    Fonte: Pensalibero.it

    Qual è la trama del libro Le coordinate del male?

    Un viaggio nelle ragioni, nelle coordinate del male, nelle sue inquiete correnti alternate, nel suo oceano di contraddizioni e circostanze, là dove possedere una bussola è arbitrario, perché parliamo e trattiamo di complessità… Questo lavoro intende indagare, in una prospettiva integrata che intreccia i saperi propri del servizio sociale penitenziario, della criminologia forense e della pedagogia della devianza, quelle che sono le ragioni e, appunto, le coordinate dell’azione dissociale e criminale.

    L’analisi parte da quella che è una introduzione sull’eziologia del male e criminogenesi, per poi passare a quello che è il fondamento rieducativo nel nostro ordinamento penitenziario, partendo dalla base costituzionale rappresentata dall’art. 27. Le prospettive e possibilità che interessano una pedagogia costruttiva riferita al campo della devianza, con riferimento peculiare al segmento degli aggressori sessuali, vero banco di prova arduo rispetto ad una azione riabilitativa sia sul piano sociale che educativo.

    L’indagine sul male passa anche attraverso concreti esempi ricavati dalla cronaca nera recente, come l’omicidio di Lecce e il caso di Luca Varani, per poter corredare la ricerca con dati empirici e un riferimento al presente: l’abisso del male è quello specchio in cui temiamo di riconoscerci, ma che rimane parte e riflesso dell’uomo nella sua complessità. Prefazione di Antonio Maria La Scala.

    Ci cosa parla il libro Le coordinate del male?

    Le coordinate del male: Il deficit di empatia e l’assenza di rimorso è il primo libro della Dottoressa Alice Mignani Vinci.

    È il caso di dirlo, chi ben comincia è già a metà dell’opera. Si tratta di un esordio letterario notevole!

    La vastità degli argomenti presentati potrebbe far pensare che il testo sia destinato a lettori esperti sui temi trattati. In realtà, l’autrice ha scritto una narrazione accessibile anche ai non specialisti.

    Offrire un testo con connotazioni accademiche e scientifiche con una stesura fruibile e inclusiva denota una profonda competenza linguistica e il desiderio di mettere a disposizione conoscenze per qualsiasi lettore.

    Desidero quindi congratularmi con l’autrice.

    Non è facile trasferire la conoscenza specialistica, acquisita attraverso gli studi universitari e l’esperienza professionale, in un formato inclusivo. Grazie a questo libro, sono approfonditi dibattiti atavici sulla natura umana, questioni che anche Albert Einstein si interrogava, tanto da coinvolgere Sigmund Freud.

    La chiave di lettura è proprio questa: perché gli esseri umani compiono gesti spietati? Il male fa parte di noi? Quali sono i fattori predisponenti alla cattiveria? I comportamenti criminali e aggressivi sono il risultato di disturbi mentali o malattie? Quanto la società è corresponsabile? Il carcere deve isolare o rieducare? Quali sono le azioni pedagogiche e/o coercitive da intraprendere nei confronti degli autori di crimini?

    Sono queste, e molte altre, le domande alle quali la criminologia fornisce risposte.

    Il testo arricchisce il lettore sulla scienza del comportamento umano, sulle scienze sociali e sull’orientamento della Costituzione italiana nei confronti dei rei. È notevole l’approfondimento e lo spazio dedicato all’analisi dell’articolo 27 della Costituzione italiana, in cui viene sottolineata l’importanza della rieducazione del reo.

    L’autrice, analizzando e definendo gli studi condotti da noti luminari come “L’esperimento carcerario di Stanford” del Dott. Philip Zimbardo (da cui il celebre film “The Experiment – Cercasi cavie umane”) e casi di cronaca come il delitto di Lecce e il caso Varani, pone l’accento sull’importanza di indagare nei “ginepri” della psiche dell’individuo, al fine di comprendere il lato oscuro dell’essere umano. Particolare attenzione è dedicata ai sex offender, una categoria verso cui vigono regole non scritte e omertà, che si frappongono e interrompono il processo di recupero del reo e il percorso pedagogico a favore dell’evoluzione e della crescita sociale.

    Circa questa specifica categoria si parla dell’esperienza innovativa del carcere di Milano-Bollate, in cui viene attuato un programma virtuoso in sinergia con operatori sociali, giuristi e criminologi al fine di sensibilizzare gli autori di crimini sessuali. Lo scopo è quello di far comprendere loro la condotta lesiva ai danni delle vittime, superare il diniego e le difese di negazione per motivarli al cambiamento, spingerli alla desistenza dal reato e arginare il rischio di recidiva, integrando nell’approccio educativo.

    Potrei scrivere per ore sulla questione centrale del libro e raccontare anche le mie esperienze professionali in cui la perfidia di alcune persone si manifesta senza ragione.

    Sono un operatore tecnico del comportamento e un tutor scolastico per studenti con difficoltà di apprendimento e comportamento. Sono stato al fianco di studenti che hanno subito angherie gratuite. In molte occasioni mi sono chiesto quali fossero le ragioni di tali meschinità.

    Ho trovato una risposta tra le righe di questo libro: “C’è, tuttavia, una barriera, un amaro confine, ed è proprio il deficit di empatia e l’assenza di rimorso, che possiamo definire le coordinate del male alla fine di questo lavoro”.

    Buona lettura!

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    Marco Schifilliti

    Approfondisci leggendo anche la nostra intervista all’autrice

    Guarda anche la video presentazione dell’autrice

     

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