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    Recensione Fragole a novembre

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    Chi è Prisca Turazzi?

    Recensione Fragole a novembre
    Prisca Turazzi

    Prisca Turazzi, ha partecipato, dapprima, ad alcune antologie autoprodotte. Nel 2012 ha partecipato all’antologia 365 storie d’amore, edita Delos Books e curata da Franco Forte; in seguito il racconto La Cura è stato selezionato per il Terzo Almanacco di Lettere Animate Editore. Nel luglio 2013 ha pubblicato sotto lo pseudonimo di Nadia Arabeschi il romanzo Breaking Destiny, edito ePubblica. Nell’ottobre 2013 ha esordito con il titolo Hernest, edito Alcheringa.

     

    Qual è la trama del libro Fragole a novembre?

    Francesca ha visto la propria vita appassire, fallimento dopo fallimento. Non crede più in se stessa né nel proprio futuro. Sarà attraverso lo schermo che ritroverà una dimensione dove dar sfogo ai propri desideri e bisogni. Una nuova fantasia condivisa con Salvo, uno scultore misantropo e scorbutico, che la farà sentire per la prima volta… libera. Ma riusciranno i loro sentimenti a sopravvivere alla realtà?

    Di cosa parla il libro Fragole a novembre?

    Non mi ero mai avvicinata a una lettura di questo tipo e sono rimasta piacevolmente sorpresa.

    Francesca è seduta di fronte a Sergio in un pub. Non si conoscono. Lei puntualizza che non sta cercando avventure, ma vuole solo raccontare la sua vita a qualcuno che abbia voglia di ascoltarla. Sergio risponde che, essendo sceneggiatore, è proprio alla ricerca di una storia.

    Inizia il racconto di Francesca. Ciò che emerge immediatamente è che non si accetta, non si piace e non si è mai piaciuta. Si sente una fallita perché alla soglia dei trent’anni ha ancora un lavoro precario e non ha un amore.

    Francesca ricorda il momento in cui ha conosciuto Salvo, l’altro protagonista, di come lui l’abbia fatta stare bene, di come si sia sentita felice e libera insieme a lui. E poi? Il lettore può pensare “Va bene, quindi tutto perfetto”. Invece no, perché dopo un primo fugace incontro, la storia con Salvo si rivela una storia virtuale.

    Non svelerò ulteriori sviluppi per non rovinare la sorpresa, ma trovo che questo testo sia da leggere. Prima di tutto perché affronta temi forti: l’insicurezza che Francesca riesce a vincere grazie a questo uomo e il tema attualissimo degli incontri virtuali, pericolosi ma, come in questo caso, anche terapeutici.

    Francesca narra la sua storia in maniera semplice e diretta, arriva al cuore del lettore e lo cattura.

    L’autrice ha una buona padronanza della grammatica e riesce a far immedesimare il lettore anche grazie agli scenari creati come se si fosse a teatro.

    Un consiglio che mi sento di dare è di invitare la scrittrice a sviluppare ulteriormente i personaggi e le ambientazioni per creare un romanzo vero e proprio. Ne vale la pena

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    Alessandra Rinaldi

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