Recensione Fiore del deserto
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Editore: Garzanti; 7° edizione (28 aprile 2016)
Lingua: Italiano
Copertina rigida: 328 pagine
ISBN-10: 8811672090
ISBN-13: 978-8811672098
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Biografia
Waris Dirie, nata nel deserto, in Somalia, intorno al 1965 (non risulta registrata nel suo villaggio di nascita), da una famiglia nomade, a circa 13 anni scappa da casa per sfuggire ad un matrimonio combinato con un uomo vedovo di 60 anni. Abita per qualche tempo a Londra e, in seguito alla pubblicazione delle sue fotografie, viene sempre più frequentemente chiamata da fotografi affermati e da riviste specializzate. Inizia quindi una carriera di modella a New York che la porta a essere una delle donne più apprezzate dagli stilisti più noti.
Nel corso di alcune sue interviste, ha preso posizione contro l’infibulazione a cui sono sottoposte le donne africane. Kofi Annan l’ha perciò nominata ambasciatrice delle Nazioni Unite per la lotta contro le mutilazioni genitali femminili, pratica a cui è anche dedicato un suo libro autobiografico, Fiore del deserto. Per il suo lavoro di ambasciatrice umanitaria, è stata insignita della Legion d’onore nel 2007.
È stata anche una Bond girl, nel film del 1987 007 – Zona pericolo ed è apparsa in copertina dell’edizione dello stesso anno del calendario Pirelli. Ha un figlio, nato nel 1997 dalla relazione con un musicista statunitense. Nel marzo 2008 è stata protagonista di una vicenda di cronaca in Belgio, dove è scomparsa per 72 ore ed al suo ritrovamento ha denunciato un rapimento per violenza sessuale.
È autrice di alcuni libri, anche autobiografici, che hanno avuto un buon successo di vendita, pubblicati in Italia da Garzanti, come Fiore del Deserto (da cui è stato tratto l’omonimo film), Alba nel Deserto, Figlie del Dolore, Lettera a mia Madre.
Fonte: Wikipedia
Sinossi ufficiale
Quella di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca di momenti dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme avventurosa ed esemplare, l’ha portata dai deserti africani all’esclusivo mondo delle top model. È nata in un villaggio della Somalia, ha circa trent’anni: ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita.
Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Aveva tredici anni quando suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant’anni: Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l’aspettava in patria, pensava.
Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald’s. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.
Recensione
Waris Dirie è un’icona, portavoce dell’ONU contro la mutilazione genitale femminile. La sua biografia è un’avventura che si legge con trasporto. Il contenuto sarebbe straziante, ma invece risulta espresso con la consapevolezza di essere uscita da un incubo per realizzare una vita da sogno.
Regala speranza e dona ottimismo. La sua infanzia è stata gradevole, anche se vivere nel deserto non è semplice, poiché c’è la totale assenza di comfort e appartenere ad una tribù nomade comporta continui spostamenti. Ma questo, agli occhi dei bambini, è concepito quasi come qualcosa di ludico. Quindi, il problema non è l’infanzia trascorsa tra cammelli e molti fratelli. Il problema arriva con la pubertà.
Le ragazzine somale, e di altre regioni africane, si sottopongono in gran parte volontariamente all’infibulazione, considerandola un rito di passaggio fondamentale per diventare donne. La loro cultura impone l’asportazione di parte degli organi genitali femminili, la ricucitura delle carni lasciando un foro largo quanto basta per espellere urine e mestruo, come cosa sacra e giusta.
Un po’ per essere completamente devote ad un solo uomo, in quanto non provando piacere nella sessualità, certo non si vanno a cercare avventure! Un po’ perché si riteneva, evidentemente, la soluzione pratica per chi, viaggiando e lavorando tra le dune per giorni al mese, avrebbe dovuto fermarsi a causa del ciclo.
Alcune, non conoscendo il dolore fisico e mentale a cui si sottoporranno, fanno il conto alla rovescia nell’attesa del giorno in cui verranno tagliate via dalla loro infanzia, dalla loro dignità e dalle gioie dell’eros. Molte muoiono d’infezioni, o addirittura dissanguate.
Waris non solo è sopravvissuta, ma è scappata dal paese d’origine e, man mano, capitolo dopo capitolo, la vediamo trasformarsi da sprovveduta in una dinamica donna occidentale. Diviene modella e ambasciatrice. Da crisalide in farfalla in un intenso decennio.
Il libro ci fa innamorare dei colori della sabbia, del latte di cammello, dei canti per invocare la pioggia, del suo coraggio contro uomini violenti e aggressivi, della compassione di chi le ha prestato soccorso e spinta nella giusta direzione. Ci fa innamorare di lei che adesso è una guerriera contro questo genere di abuso in meeting e convention.
Marilena Tocci
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