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    Recensione Oltre e un cielo in più

    Da una parta all'altra del mondo senza aereo

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    Recensione Oltre e un cielo in più

    Recensione Oltre e un cielo in più

    Chi è Luca Sciortino?

    Recensione Oltre e un cielo in più
    Luca Sciortino

    Luca Sciortino è scrittore, viaggiatore e giornalista. Ha conseguito un dottorato in filosofia alla Open University ed è stato Research Fellow all’Università di Leeds, nel Regno Unito. Alterna il lavoro di giornalista per “Panorama” con quello di ricerca in filosofia della scienza. Pubblica fotoreportage di viaggio e racconti.

    Tra i suoi libri ricordiamo: “Bianca Senza macchia. Le avventure di una cellula”, Vita di un atomo raccontata da se medesimo. “La storia dell’universo spiegata ai bambini”, “Oltre e un cielo in più. Da una parta all’altra del mondo senza aereo”.

    Ha vinto premi di scrittura, tra cui il premio Voltolino per la divulgazione scientifica, e ha pubblicato articoli di ricerca su riviste internazionali di filosofia come “Erkenntnis” e “International Journal in Philosophy of Science”.

    Qual è la trama del libro Oltre e un cielo in più?

    Quarantasette anni, un bel lavoro, tanti interessi, eppure qualcosa non va. Di fronte a una quotidianità svuotata, si fa strada il desiderio di lasciare tutto e andare, senza tappe predefinite, per il puro gusto di viaggiare. Partire è un attimo per il giornalista Luca Sciortino, con solo un bagaglio leggero e la sua macchina fotografica, in un lungo itinerario da Occidente a Oriente. Quattro mesi e oltre diecimila chilometri, seguendo un’unica regola: niente aerei, per vedere come cambiano i paesaggi, le culture e i popoli dalla Scozia al Giappone. I tetti dorati di Budapest lasciano posto a un’Ucraina ferita dalla guerra; la sconfinata pianura russa si apre sulle montagne del Tien Shan, dove i cacciatori si affidano ancora alle aquile. «This is Asia», gli dicono, e ogni posto, così radicalmente diverso, sembra ripeterlo: il tempo si ferma nei giorni dorati della Siberia, nel sogno accarezzato di una vita altra; nella steppa mongola, fra pastori nomadi, prendono corpo le sue paure ataviche; la Cina, sotto la superficie scintillante, si rivela un mondo contadino e brutale. In questo libro – corredato da bellissime foto – Luca Sciortino racconta l’essenza di Paesi sfuggenti, nei quali si è immerso con sincera curiosità per scoprirne la natura più vera, tagliata fuori da ogni guida turistica. E lungo la strada ritrova il senso profondo del viaggio: nell’incontro con realtà sconosciute, la sua stessa identità si sgretola e si ricostruisce, fino a restituirgli un altro sé e una nuova direzione.

    Di cosa parla il libro Oltre e un cielo in più?

    Anzitutto, desidero ringraziare Luca Sciortino per avermi contattato e per aver donato alla letteratura un’opera straordinaria dall’elevato contenuto filantropico.

    Nel libro, Luca Sciortino narra in prima persona la sua esperienza a Skye, un’isola incantata sulla costa occidentale scozzese. Questo luogo paradisiaco ha risvegliato in lui un intenso desiderio di viaggiare, scoprire e conoscere. L’autore si è reso conto di quanti tesori si perdono quando si resta confinati in un solo luogo, in particolare quelli legati all’esplorazione del mondo e all’incontro con nuove culture.

    La prosa di Luca Sciortino è avvincente, coinvolgente e ricca di un forte contenuto filantropico, che rappresenta un invito a tutti noi a prendere in mano le redini delle nostre vite, a scoprire il mondo e a fare la differenza nel nostro cammino.

    “Come una falena che entra in una stanza illuminata e batte contro la lampada, il paralume, le pareti… Poi spicca il volo e batte ancora nel vetro della finestra e daccapo contro la lampada…Infine, priva di forze, giace sul davanzale. Lo spiraglio è lì, mi dicevo, ma la falena non lo trova.”

    Stregato dai paesaggi surreali dell’isola di Skye, il desiderio di viaggiare, conoscere culture diverse e luoghi “incontaminati” dal consumismo, dal materialismo e dall’apparenza divampa sempre di più; paesi in cui i “panorami” da scoprire, visitare, raccontare e fotografare sono rappresentati dalle persone, dalle loro storie, dalla loro cultura e dalla singolarità del territorio.

    L’ambizione si trasforma in obiettivo e così Luca Sciortino decide di cambiare il suo programma di lavoro e di vita.

    “Con il tempo ho capito che l’abitudine, la ripetizione, la quotidianità generano fissità di atteggiamenti mentali, noia, depressione. Abbiamo bisogno di esplorare nuove strade, di metterci in viaggio, di girovagare. In questo modo stimolano la nostra mente con cose mai viste e soddisfiamo la nostra curiosità, ciò che ci contraddistingue in quanto esseri umani. Lo possiamo fare mettendoci letteralmente in cammino verso terre sconosciute oppure viaggiando con la mente, cioè vivendo con la filosofia, intesa come una ricerca intellettuale sulla natura delle cose.”

    Il coraggioso giornalista sceglie tra le prime tappe “Calais Jungle”, un campo di tende di migranti, una meta piuttosto ostica da esplorare. Nulla ferma Luca Sciortino, neanche gli ovvi pericoli che si insidiano dentro una realtà così problematica. In solitudine, armato di fotocamera, percorre Calais Jungle.

    Le sensazioni che Luca Sciortino vive durante questa “escursione” sono intense e vivide. Abilmente, lo scrittore rende il lettore compagno di questo insolito viaggio. Luca percorre un sentiero pervaso di verità drammatiche, in cui non vi sono scorci suggestivi da fotografare, ma si narrano storie di migranti afflitti per la perdita di cari durante la navigazione e di figli che non ricordano più la voce delle loro madri.

    A “Calais Jungle”, Luca Sciortino dimostra di essere piuttosto temerario, ma soprattutto di avere animo gentile e nobile, tale da permettergli di entrare in empatia con migranti dal trascorso fuorché felice.

    “Se c’è una cosa che ho capito, è che per entrare in empatia con altri esseri umani di differenti culture è meglio essere soli. Il viaggiatore solitario è indifeso, vulnerabile, alla mercé del mondo. Ciò lo costringe ad avere più attenzione, rispetto, cautela, e rende gli altri meno sospettosi nei suoi confronti”

    Durante la lettura coinvolgente di questo libro, ho sentito una forte voglia di partire, fare esperienze e conoscere le meraviglie che il mondo ha da offrire; spesso trascurate o abbandonate a causa dello “schiavismo moderno”.

    Devo ammettere che durante la lettura, ho provato una sorprendente sensazione di familiarità, un’eco di emozioni già vissute, un mix di riflessioni contemplate in passato. Tra le parole di Luca, risuonavano nella mia memoria echi di Tiziano Terzani e di Silvano Agosti. Questa “rinascita” ha reso la lettura ancora più intensa.

    Un’altra peculiarità interessante è la guida pratica che Luca Sciortino fornisce al lettore, forse involontariamente. Sono molteplici ed eccellenti le indicazioni sottolineate durante gli spostamenti o le partenze. Queste preziose informazioni invitano sicuramente a una migliore e più sicura organizzazione logistica per affrontare viaggi simili. Vorrei raccontare le tappe, le emozioni, le speranze e le nuove amicizie nate in viaggio, ma desisto. Senza alcuna remora è meglio “viverle” leggendo il libro.

    Invito alla lettura di “Oltre e un cielo in più” coloro che cercano un testo in cui il viaggio non è circoscritto dall’itinerario, ma si estende ai labirinti della conoscenza, della consapevolezza e del “sé”. Il testo è redatto con una padronanza encomiabile delle tecniche di scrittura. Non vi è mai un momento di noia o di stanchezza. Si ha la sensazione di viaggiare con Luca. La descrizione degli ambienti, dei territori e dei momenti di vita reale durante il viaggio, oltre ad essere minuziosamente sviluppata, spesso assume un’accezione poetica, rendendo il racconto un capolavoro.

    Un sincero e profondo plauso a Luca Sciortino!

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    Marco Schifilliti

    Leggi anche la recensione del libro dello stesso autore “Ritratto dell’anima del mondo Saggio sulla realtà in pensieri e immagini”

    Guarda la presentazione del libro moderata da Licia Colò su TV2000

     

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