Recensione Boccamurata
Dettagli prodotto
Editore : Feltrinelli; 6° edizione (1 settembre 2013)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 288 pagine
ISBN-10 : 8807883120
ISBN-13 : 978-8807883125
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Biografia
Simonetta Agnello Hornby,
è nata a Palermo nel 1945.Vive dal 1972 a Londra ed è cittadina italiana e britannica. Laureata in giurisprudenza all’Università di Palermo, ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy”.
Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Leicester ed è stata per otto anni part-time Presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal.
La Mennulara, il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2002 è stato tradotto in tutto il mondo.
Da allora ha pubblicato diversi libri tra cui La zia Marchesa (Feltrinelli, 2004), Boccamurata (Feltrinelli, 2007), Vento scomposto (Feltrinelli, 2009), La monaca (Feltrinelli, 2010), Camera oscura (Skira, 2010), Il veleno dell’oleandro (Feltrinelli, 2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni; Feltrinelli, 2013), Via XX Settembre (Feltrinelli, 2013), Caffè amaro (Feltrinelli, 2016) e, con Massimo Fenati, la graphic novel de La Mennulara (Feltrinelli, 2018).
Ha inoltre pubblicato libri di grande successo legati alla cucina con una fortissima componente narrativa: Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati; Feltrinelli, 2012), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello; Slow Food, 2012) e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014).
Ha anche pubblicato La mia Londra (Giunti, 2014), una guida/memoir personalizzata di Londra e il racconto per ragazzi Rosie e gli scoiattoli di St. James (con George Hornby; Giunti, 2018). Tutti i suoi libri sono stati best seller e hanno venduto in Italia più di un milione di copie. È frequente ospite alla radio, alla televisione e sulle maggiori testate giornalistiche italiane.
Simonetta Agnello Hornby ha sempre cercato di legare la professione di avvocato e la sua scrittura all’impegno per sostenere le cause dei minori, delle vittime di violenza domestica e degli emarginati.
Il 2 giugno 2016 Il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale.
Nel 2014 è stata protagonista, con sua sorella Chiara Agnello, della trasmissione “Il pranzo di Mosé”, su Real Time. Nel 2015 è apparsa con il figlio George Hornby, su Raitre, nel documentario reality show Io & George, un viaggio da Londra alla Sicilia per aumentare la consapevolezza dei problemi affrontati dai disabili.
Ha girato un docu-film per laeffe, Nessuno può volare, titolo anche del nuovo libro uscito per Feltrinelli nel 2017.
Nel 2017 ha contribuito con un racconto alla raccolta Un anno in giallo, Sellerio, insieme a Andrea Camilleri, Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa, Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Santo Piazzese, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri, Fabio Stassi.
Il 17 luglio del 2018 ha ricevuto dal Centro Regionale di Sant’Alessio, istituzione che fin dall’ottocento realizza attività volte all’inclusione sociale dei ciechi e degli ipovedenti, la Stella di Sant’Alessio “per aver saputo valorizzare, con il suo documentario Nessuno può volare, il mondo della disabilità e della disabilità sensoriale, attraverso l’incontro con le persone e le testimonianze storiche conservate negli archivi del Centro Regionale Sant’Alessio di Roma”.
Simonetta, figlia di un disabile e madre di George affetto da Sclerosi Multipla Primaria Progressiva, lo considera il premio più importante e significativo che le sia stato conferito.
Fonte: Feltrinelli Editore
In foto: Simonetta Agnello Hornby e Marco Schifilliti
Recensione
Il primo ricordo che ognuno di noi ha, viene sempre ricondotto alla propria famiglia d’origine: un evento particolare, una gioia, un dolore, un lutto, un anniversario, vengono tutti o quasi tramandati di padre in figlio, di generazione in generazione, come un prezioso gioiello incastonato nella memoria collettiva familiare, da custodire con estrema cura e proteggere come fosse il parente più fragile. E questo senso di tutela è talmente alto e radicato in ognuno che, addirittura, lo si percepisce come un dovere assoluto da portare a termine. Sempre, sia nel bene che nel male.
Capita però a volte che, tra gli altri, ci siano segreti talmente intimi e inconfessabili da celarli addirittura ai propri pensieri più profondi. Segreti di cui si evita di far menzione, perfino, durante le “rimpatriate” familiari. Attendendo che l’oblio del tempo ne cancelli, definitivamente, ogni traccia.
Con l’ incipit di Anna Karenina, Tolstoj sostiene che <<Tutte le famiglie felici sono uguali; Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo>>.
E Tito inizia a scoprirne il significato. Verità amara da elaborare, masticare e infine digerire.
Un gesto, una parola, uno sguardo, un’ apparentemente innocua raccolta di antiche lettere e tutto cambia, d’ improvviso. E il cambiamento porta a una brusca rottura emozionale, alla fine di un Mondo che fino a quel momento sentiva rassicurante e protettivo.
Così come i suoi orologi, anche Tito si inceppa e perde secondi-minuti-ore, attendendo che delle mani sapienti (quelle dell’amata zia) lo riportino al calore della quotidianità: conosciuta, comoda, tranquilla.
Termina il periodo della molle bambagia e inizia quello della dura consapevolezza. Cadono le barriere e con esse l’ illusione della serena felicità.
Scoprire di essere il frutto del più peccaminoso degli amori destabilizza, devasta e stordisce il protagonista. Che, nonostante tutto, trova la forza e il coraggio di ripercorrere passo dopo passo i prodromi del suo concepimento.
Impara a conoscere la madre e il padre nella loro reale natura e a non guardarli più con gli occhi di un figlio. E se inizialmente ne rimane frastornato, pian piano riesce a trarre una nuova visione della vita. Si accorge che, prima e dopo la sua rinascita, mentre lui viene morso dal sospetto e dall’angoscia, intorno a sé quella stessa vita continua nella vecchia e nuova maniera, come nulla fosse.
I personaggi si modificano e crescono, prendendo pieghe inaspettate. Avviene dunque che quella famiglia siciliana, che aveva fatto della sua reputazione il paradigma dell’onestà, si scopra invece fragile e non molto proba. Comune forse, ma non troppo.
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