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L’empatica condivisione tra umano e canide

La comunicazione empatica tra essere umano e cane

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L’empatica condivisione tra umano e canide

L’empatica condivisione tra umano e canide.

La condivisione empatica tra l’essere umano e i canidi è possibile e profondamente radicata nella storia evolutiva e culturale. Tale legame, che unisce due specie diverse attraverso un filo invisibile di affetto e comprensione, è stato oggetto di studi approfonditi da parte di illustri ricercatori, tra cui spicca la figura di “Clive D.L. Wynne”.

L'empatica condivisione tra umano e canide
Clive D.L. Wynne e l’amato Fido

Clive D.L. Wynne: un pioniere dello studio dell’empatia canina. Professore di psicologia e direttore del Canine Science Collaboratory presso l’Arizona State University”, ha dedicato la sua carriera a esplorare le complesse dinamiche del comportamento canino, con un focus particolare sulla cognizione e sulle relazioni emotive che i cani instaurano con gli esseri umani.

 

 

I suoi studi hanno rivelato come i cani reagiscano alle emozioni umane e possano anche cercare di confortare i loro proprietari in momenti di difficoltà emotiva, dimostrando una forma di empatia autentica.

Wynne sostiene che l’affetto che i cani mostrano verso gli esseri umani è un tratto evolutivo fondamentale, selezionato nel corso dei millenni. Questo affetto reciproco rappresenta il cuore della relazione unica tra cani e umani, un legame forgiato attraverso un lungo processo di domesticazione e mutua collaborazione.

L’origine della relazione: dalle prime interazioni alla domesticazione.

Le prime interazioni tra esseri umani e canidi selvatici risalgono a circa 15.000-40.000 anni fa, durante il “Paleolitico superiore”. In un contesto in cui gli esseri umani preistorici e i lupi selvatici condividevano ambiente e risorse, si crearono le condizioni per una coesistenza basata su una mutua convenienza e condivisione.

Due teorie principali spiegano l’inizio della domesticazione: la teoria del commensalismo e quella della cooperazione.

La prima suggerisce che i lupi iniziarono a seguire i gruppi umani per nutrirsi dei loro avanzi, e col tempo, i lupi più mansueti furono selezionati dagli umani. La seconda propone che alcuni esseri umani abbiano allevato lupi orfani o feriti, dando origine a un processo di domesticazione basato sulla cooperazione nella caccia.

L’evoluzione della comunicazione e gli adattamenti comportamentali nel corso dei millenni, nei lupi addomesticati, diventati poi cani, favorirono tratti comportamentali più adatti alla vita con gli esseri umani, come una maggiore tolleranza alla vicinanza umana e una ridotta aggressività.

La comunicazione non verbale tra esseri umani e cani si è evoluta attraverso gesti, posture e contatti visivi, migliorando l’interazione e il mutuo supporto.

Prove archeologiche e genetiche: tracce di una relazione antica.

Le prove archeologiche e genetiche supportano la lunga storia di collaborazione tra cani e umani. Sepolture comuni di esseri umani e cani, risalenti a circa 14.000 anni fa, suggeriscono un legame profondo e speciale.

Comunicazione moderna: addestramento e intelligenza emotiva.

Nella comunicazione moderna, gli esseri umani hanno sviluppato un insieme di comandi verbali e gestuali per interagire con i cani, facilitando compiti come la caccia, la guardia e la pastorizia. I cani, dal canto loro, hanno dimostrato di comprendere le emozioni umane e rispondere in modo empatico, rafforzando il legame tra le due specie.

Un legame evolutivo ed empatico.

La condivisione tra esseri umani e canidi è il risultato di un processo evolutivo e di mutua collaborazione. Esso ha agevolato  una relazione unica e profonda. La capacità dei cani di comprendere e rispondere ai segnali umani è un testamento alla stretta connessione tra le due specie, sviluppatasi nel corso di migliaia di anni.

Riflettere su questa relazione ci invita a riconsiderare il modo in cui trattiamo gli animali e a promuovere un’etica di rispetto e compassione verso tutte le forme di vita.

Oltre agli aspetti morali, vi sono ragioni ambientali urgenti per rivedere le nostre abitudini alimentari. L’allevamento di animali è responsabile di una considerevole quantità di emissioni di gas serra, contribuendo significativamente al cambiamento climatico. La deforestazione, necessaria per creare pascoli e coltivare mangimi, distrugge habitat preziosi e riduce la biodiversità, impoverendo il nostro pianeta in modi irreversibili.

L’alimentazione vegetariana o vegana è una scelta di compassione e anche un atto di responsabilità verso il nostro pianeta e le future generazioni.

Conclusione
Nel riconsiderare il nostro rapporto con gli animali e il nostro impatto sull’ambiente, siamo chiamati a un rinnovato senso di empatia e saggezza. Abbracciare un’alimentazione etica e sostenibile onora la vita in tutte le sue forme e rappresenta un passo fondamentale verso un mondo più armonioso.

Marco Schifilliti

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Approfondisci con questo video: “Il cane è amore con Clive Wynne” 

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