Intervista ad Aneta Marika Szyszkowska
Intervista di Marilena tocci a seguire M.T. all’autrice Aneta Marika Szyszkowska a seguire A.S.
M.T. Vorrei iniziare questa serie di domande partendo dalla copertina del libro. Due donne, una di spalla guarda fuori dalla finestra, l’altra siede alla scrivania. Il tuo Angelo e tu. Il disegno vuole significare che il tuo angelo è sempre pronto a spiccare il volo per aiutare?
Guardando fuori dalla finestra immagina di soccorrere altre vite? Hai scelto tu la copertina?
A.S.
“La copertina è stata scelta dal mio editore Teresa Orsini di Artemia nova editrice, e devo dire che rispecchia molto ciò che c’è dentro il libro. Si il mio angelo sempre presente , pronta ad aiutarmi anche quando (siamo umani) per lei non è giornata.
La ragazza che guarda fuori la finestra per me indica la ricerca di speranza forse più che uno sguardo ad altre vite, sta guardando la sua vista con altri occhi, non so se mi spiego, ma è indice di uno sguardo al passato, al presente e speranza di un futuro migliore.”
M.T. Nella parte centrale del testo vi sono strofe in “romanaccio”, molto veraci e dirette.
Che senso volevi dare?
A.S. “Sì, il testo si intitola la poesia , la prima poesia che ho dedicato al mio angelo, che stava per partire e trasferirsi lontano da qui. Vivo a teramo da 10 anni ma in realtà sono nata e cresciuta a Roma. Da qui la poesia in romano.”
M.T. Sei una persona che sfoga scrivendo i propri malumori e speranze. Hai passione anche per la lettura? Quali autori ti hanno ispirata?
A.S. “No, non leggo. Io scrivo tanto ma non leggo molto, non mi ha ispirato nessuno in particolare se non la mia stessa storia di vita incrociata con quella del mio angelo, la Dottoressa Daniela Campanella.”
M.T. Il tuo libro risulta abbastanza apprezzato, hai altri progetti?
A.S. “Sì ne ho tanti di progetti, uno di questo è un’altra pubblicazione spero a breve.”
M.T.
Non voglio aprire il vaso di Pandora facendoti domande che possono scuotere la tua sensibilità, ma il libro tratta di depressione, di esperienze forti che lasciano il segno.
Adesso vorresti dare un messaggio a chi, come te, ha avuto esperienze analoghe?
O vorresti, a chi ti ha creato questi disturbi, inviare un segnale di vittoria sui loro perfidi abusi?
A.S.
“Voglio dare un messaggio sia a chi leggerà che a chi non lo farà…
Io ho passato molto del mio tempo nel cosiddetto tunnel e ho ritrovato la speranza grazie alla Dottoressa Campanella, che mi ha aiutato, supportato e molto spesso “sopportato”.
Il mio messaggio è di non perdere mai la speranza perché la luce c’è, bisogna solo trovare l’interruttore.
Ci sentiamo soli anche in mezzo alla gente, ma in mezzo a loro c’è sempre qualcuno che ti ricorda che non sei solo.
Un altro messaggio che voglio dare è di trovare sempre la forza di chiedere aiuto, anche se a volte risulta molto arduo.
Un messaggio a chi mi ha creato questi disturbi non voglio darlo perché non mi piace colpevolizzare le persone, ma voglio dire un’ultima cosa a chi come me ha passato e passa momenti duri.
Non dite mai non ce la faccio, perché ce la farete sempre, anche quando sembra impossibile, dobbiamo solo rivolgerci alle persone giuste.
Medici, amici , familiari, ma soprattutto professionisti che in questi casi ci possono aiutare davvero. Io per fortuna ho trovato non solo un medico, ma anche un angelo ed è la persona a cui devo tanto, le sarò grata per sempre anche se (spero mai) le nostre strade si dovessero dividere.
Andate alla ricerca di un angelo e vietato dire non ce la faccio!!”
Leggi anche la nostra recensione del libro → “Un angelo per caso”.