Recensione Lo scrittore ombra
Chi è lo scrittore Fabio Dal Santo?

Fabio Dal Santo è uno scrittore e poeta italiano nato a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, il 10 dicembre 1974. Dopo una formazione tecnica presso la Scuola Agraria, Dal Santo ha lavorato nel settore della grande distribuzione, in particolare nel comparto tecnologico. La sua passione per la scrittura, maturata negli anni e condivisa inizialmente sui social attraverso il progetto “Pagine dal Faro”, lo ha portato a pubblicare numerosi libri con Youcanprint, alternando poesia e narrativa.
Tra le sue opere più note si segnalano “Pagine dal Faro” (2017), un romanzo introspettivo sul tema della rinascita personale dopo una delusione amorosa, e “Lo scrittore ombra” (2019), incentrato sulla crisi creativa e sull’uso dei ghostwriter.
La sua produzione poetica, invece, si caratterizza per l’attenzione alle emozioni quotidiane e agli ambienti naturali suggestivi, come dimostrano raccolte quali “L’alba a Braies” (2018), ispirata al celebre lago altoatesino, e “I versi dell’anima” (2021), realizzata in collaborazione con l’artista Cinzia Zavarise.
Lo stile di Fabio Dal Santo è intimista e riflessivo, spesso orientato alla riscoperta del valore delle piccole cose e alla rappresentazione di profondi viaggi interiori.
Appassionato anche di fotografia, musica jazz e cantautorato italiano, Dal Santo continua a esplorare nei suoi testi le tematiche legate all’anima, all’amore e alla ricerca esistenziale, affermandosi come voce emergente e significativa nel panorama letterario italiano contemporaneo.
Qual è la trama del libro “Lo scrittore ombra” dello scrittore Fabio Dal Santo?
Il romanzo, racconta la storia di uno scrittore che si trova a vivere un vero incubo: la perdita dell’ispirazione. Questa situazione si rifletterà inevitabilmente sulla sua vita e su quella delle persone che gli stanno a fianco. Le continue pressioni della casa editrice lo costringeranno, pur di rispettare le scadenze contrattuali, a rivolgersi ad un ghost writer. Avrà tra le mani un nuovo manoscritto che porterà la sua firma, ma che non sentirà mai completamente suo. Inizierà la promozione del libro fino al momento in cui, deciderà di confessare pubblicamente l’inganno.
A questo punto, tutto cambierà, la sua vita si modificherà radicalmente. Rinuncerà alla carriera e il rapporto d’amore con la moglie, verrà messo a dura prova. Per trovare nuove forze per ripartire, si trasferirà anche in un’altra regione. A quel punto, con un nuovo lavoro e nuovi orizzonti per i suoi occhi, finalmente le sue labbra ritroveranno il sorriso. Le persone al suo fianco potranno riscoprire il lato dolce del suo cuore e nuove emozioni torneranno a far brillare il suo sguardo. Ma con tutti questi cambiamenti, ritroverà nuovamente l’ispirazione perduta?
Di cosa parla il libro “Lo scrittore ombra” dell’autore Fabio Dal Santo?
L’artista e il bisogno vitale dell’emozione
L’artista vive essenzialmente per provare e suscitare emozioni. Nel momento in cui ne è privo, si trasforma in uno zombie che vaga in un mondo popolato da esseri ordinari. Che ci piaccia o no, questa è una realtà ineluttabile. L’artista è governato dal furore e dall’ispirazione, elementi che costituiscono la sua linfa vitale e gli consentono di creare dal nulla, di essere un autentico visionario.
Blackout creativo: il dramma dello scrittore in crisi
I primi capitoli del libro affrontano il delicato tema del blocco dello scrittore, quello spegnimento improvviso della “lampadina creativa” che genera nel protagonista un blackout totale. Nulla è più angosciante, per uno scrittore, di trovarsi di fronte al monitor bianco di Word, in perenne attesa di un’ispirazione che non arriva.
Pressato dalla casa editrice, braccato dalle aspettative dei lettori e abbandonato dalla moglie, il protagonista cerca una soluzione rapida e apparentemente indolore. Tuttavia, come spesso accade, anche questa scorciatoia si rivela problematica e deludente. La via più agevole, infatti, raramente coincide con quella giusta.
La difficile strada della rinascita personale e artistica
Progressivamente, il protagonista comprende una fondamentale verità: è necessario chiudere, anzi murare definitivamente alcune porte del passato, per riaccendere la scintilla creativa. Decide così di eliminare ciò che lo trattiene, per dare spazio a nuove possibilità, senza però dimenticare gli amori della sua vita: la moglie Chiara, gli amici e la musica.
Trasferendosi in un nuovo ambiente, ricomincia a corteggiare la moglie come un pretendente al primo appuntamento e si reinventa professionalmente come speaker radiofonico. Da qui, l’autore inserisce un sorprendente colpo di scena narrativo nelle ultime cinquanta pagine del libro, delineando un intenso “racconto nel racconto”.
Denuncia sociale e speranza: il cuore del messaggio di Dal Santo
La parte finale del romanzo racchiude in sé una forte denuncia sociale contro fenomeni gravi come il femminicidio e gli abusi psicologici e domestici. Allo stesso tempo, esprime la speranza che magistratura e solidarietà possano finalmente garantire giustizia alle vittime.
Ancora una volta, emerge con chiarezza il messaggio chiave del romanzo: la strada giusta non è necessariamente quella più lineare e comoda, ma spesso quella più tortuosa, capace di sorprendere e condurre a risultati inaspettati. Proprio come le strade a tornanti che caratterizzano i suggestivi laghi del nord, scenario in cui Dal Santo ambienta magistralmente la sua storia.
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