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    Recensione Il diario di Hanako

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    Recensione Il diario di Hanako di Machiko Kyo. Un manga che sfida la memoria e l’immaginazione

    “Hai mai sentito il rumore del silenzio in una stanza nascosta? Hai mai sfiorato l’inquietudine con gli occhi chiusi?”


    Queste sono le domande che sembrano echeggiare tra le pagine di “Il Diario di Hanako”, l’opera straordinaria di Machiko Kyo, autrice giapponese dalla sensibilità unica, capace di fondere passato, presente e futuro in un racconto profondamente emotivo e disturbante.

    Chi è Machiko Kyo?

    Nata a Tokyo, Machiko Kyo cresce circondata dalla natura, fra fiumi, campi e stagioni che scorrono lente: elementi che si rifletteranno nella delicatezza del suo tratto artistico. Durante gli anni scolastici, coltiva amicizie significative e sensazioni nuove, spesso inclassificabili, che trasformerà più tardi in immagini e narrazioni potenti.

    Si forma all’Università delle Arti di Tokyo e avvia la sua carriera con pubblicazioni indipendenti, tra cui il celebre “Juicy Fruits”. Da lì, il passaggio alla Mikuni Publishing e il successo con opere come Cocoon, Mikakosan e Kamimachi è il risultato di un percorso intenso, a tratti doloroso, sempre guidato da una forte esigenza espressiva.

    Machiko Kyo ama il blu. Lavora in solitudine. Fotografa la luce delle cose ordinarie per renderle straordinarie. E i suoi manga sono proprio così: luoghi silenziosi dove la memoria diventa tangibile.

    Qual è la trama del libro “Il diario di Hanako” dell’autrice Machiko Kyo?

    Dopo l’intenso Cocoon, l’autrice torna a esplorare gli orrori della guerra dal punto di vista di una bambina. “Il Diario di Hanako” è un manga ucronico liberamente ispirato al Diario di Anna Frank, in cui le persecuzioni colpiscono le popolazioni orientali anziché il popolo ebraico.

    Non è solo la trama a colpire. È l’atmosfera.

    Di cosa parla il libro “Il diario di Hanako” della scrittrice Machiko Kyo?

    Il piano della realtà

    Hanako, adolescente vivace e sognatrice, si nasconde con la famiglia in un edificio abbandonato. Tra giochi e speranze, scopre presto il peso dell’isolamento, della paura e dell’inevitabile deportazione. Le sue emozioni si fanno intense, viscerali: la dolcezza si mescola al terrore. È un viaggio sensoriale, tra stanze buie, sguardi rubati e il respiro trattenuto.

    Il diario-cubo

    All’interno delle pagine del suo diario, un cubo bianco, solido e fragile come una zolletta di zucchero, Hanako costruisce un mondo onirico in cui convive con il suo stesso persecutore.
    Il lettore percepisce il battito accelerato del cuore, la confusione tra amore e paura, la dolcezza del tè e l’amarezza della prigionia mentale. Questa dimensione sospesa è un cortocircuito emozionale che sfida la logica.

    L’origine dell’odio

    Il terzo piano narrativo è dedicato al passato dell’aguzzino: un ragazzo ferito, respinto, che costruisce lentamente la propria identità di futuro dittatore. Una voce interiore, il suo alter ego in uniforme, gli suggerisce senza sosta che la compassione è debolezza. È qui che il lettore auditivo si sintonizza: parole taglienti, ordini sussurrati, urla trattenute.

    Perché leggere “Il Diario di Hanako”?

    Nonostante un tratto grafico semplice e sfondi minimali, la narrazione è intensa, stratificata, barocca nella costruzione emotiva. Hanako non è sola: la sorella, figura tenera e competitiva, incarna un affetto reale, totale. In questo manga, ogni parola, ogni gesto e ogni silenzio conta. Chi ama il manga d’autore troverà qui una delle opere più toccanti degli ultimi anni. Chi cerca emozioni forti, profondità e riflessione ne uscirà arricchito e forse un po’ sconvolto.

    Linda Lercari

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