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    Recensione La colpa delle donne

    Un ottimo libro sul tema dell'aborto...

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    Recensione La colpa delle donne
    Recensione La colpa delle donne

    Chi è Ritanna Armeni?

    Ritanna Armeni (Brindisi, 12 luglio 1947) è una giornalista, saggista e conduttrice televisiva italiana. Collabora con il Corriere della Sera Magazine e, in qualità di editorialista, con il quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione. Dal settembre 2004 al febbraio 2008 ha condotto, assieme a Giuliano Ferrara, Otto e mezzo, in onda su La7. Attualmente collabora con Il Riformista, RED TV e la rivista Rocca.

    Fonte: Wikipedia

     

    Qual è la trama del libro?

    È un bel libro, che approfondisce sotto ogni aspetto un tema controverso, scottante, divisivo come quello dell’aborto soprattutto, ma che esamina anche la fecondazione assistita. È un’opera accurata e ben scritta da una giornalista e saggista di alto rango. La preparazione culturale e politica dell’Armeni la conosciamo tutti e in queste pagine ne dà un’ulteriore conferma. Dimostra anche di saper scrivere bene oltre che a saper parlare in quest’epoca dove conta soprattutto l’oratoria martellante, incalzante da talk show rispetto alla qualità della scrittura. Alla fine del libro c’è anche la legge del 22 maggio 1978 numero  194, per cui ognuno si può fare un’idea. Questo libro è l’esempio di un femminismo molto ben ponderato, che vaglia tutti i punti di vista, mettendone in risalto limiti, contraddizioni, punti di forza. L’autrice si rivela equilibrata e non mostra alcuna faziosità, scegliendo la strada dell’obiettività. Vengono riportate sia le conquiste del femminismo che le testimonianze di donne che hanno abortito e di medici. L’autrice ci riporta a quegli anni, che ormai sono storia, alla presa di posizioni politiche, al dibattito incessante, a quel clima, a quel contesto e quella temperie culturale. La condizione di una donna che abortiva in quegli anni era quella descritta da Guccini nella canzone “Piccola storia ignobile”.  L’Armeni ci ricorda che il sì al divorzio nel 1974 e il sì all’aborto nel 1978, grazie a due referendum abrogativi, segnarono una svolta epocale per i diritti delle donne e quindi per la civiltà stessa. Per capire la mentalità di quei tempi basta ricordare che il matrimonio riparatore e il delitto d’onore vennero aboliti con la legge numero 442 soltanto il 5 agosto 1981. Ma ciò su cui viene posto giustamente l’accento è che il tema dell’aborto è così divisivo, che viene ogni tanto strumentalizzato dai politici e poi nascosto sotto il tappeto per tutto il resto del tempo, così come il fatto che molti ormai considerano risolta ogni problematica dell’aborto con la legge 194. Il tema, a ogni modo, è quanto mai attuale, visto che il governo  ha dato il via libera ai volontari pro-life nei consultori. La lettura di questo libro, quindi, è una buona occasione per riflettere.

     

    Di cosa parla La colpa delle donne? 

    La prima cosa che viene sottolineata è che la legge numero 194 del 22 maggio 1978 riduce di gran numero gli aborti clandestini. Quando non c’era la legge le donne si rivolgevano alle “mamane”. L’Armeni ricorda le argomentazioni dei teocon e del movimento per la vita, scrivendo  che questa scuola di pensiero è trasversale a livello politico e religioso, comprendendo sia persone di destra che di sinistra, sia religiose che laiche. Costoro vengono definiti dalla giornalista “i nuovi crociati”, che sono riusciti a sconfiggere i referendum sulle modifiche della legge 40 sulla fecondazione assistita.  Per “i nuovi crociati” un ovulo fecondato è già una nuova vita e si può parlare di diritti dell’embrione. Tuttavia per la medicina si può parlare di feto solo dopo l’undicesima settimana circa e per la legge italiana la cosiddetta capacità giuridica si acquista solo al momento della nascita, così come i diritti della persona. Resta però l’interrogativo: quando è che è veramente vita? “I nuovi crociati” si dichiarano comunque i difensori della sacralità della vita e considerano l’aborto un omicidio legalizzato. Il problema dell’aborto ha molte sfaccettature e l’autrice le descrive dettagliatamente tutte: dell’aborto terapeutico, previsto dall’art.6 della 194 (che parla di malformazioni e anomalie del feto), alle motivazioni economiche delle donne che abortiscono, previste dall’art.4 della 194, all’obiezione di coscienza dei medici. Se è vero che una sparuta minoranza di donne molto giovani abortiscono  più volte con leggerezza, non usando pillola o preservativo,  è altrettanto vero che per la stragrande maggioranza delle donne l’aborto è una scelta molto dolorosa e sofferta. L’Armeni indica la correlazione significativa tra aborto, basso livello di istruzione e povertà. La colpa purtroppo ricade sempre sulle donne, ma questa è solo una facciata: è spesso la coppia che decide insieme, anzi il ruolo di lui è determinante. La verità è che anche oggi la donna viene lasciata sola, anche se talvolta non si tratta di vera scelta e di vera autodeterminazione ma di imposizione. Un libro, quindi,  che si legge tutto d’un fiato, coinvolgente ed esauriente su una questione complessa, articolata, ormai rimossa o forse dimenticata dall’opinione pubblica.

     

    Davide Morelli 

     

     

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    Approfondisci l’argomento con questa intervista recente a Ritanna Armeni sull’ultimo libro “Il secondo piano”:

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